Poiché
è connesso, ha senso parlare di trasformazioni di Lorentz infinitesime, ossia di trasformazioni "molto vicine" all'identità. Lo studio di esse è molto utile per capire la struttura del gruppo e per ricavare l'espressione delle trasformazioni finite.
Una trasformazione infinitesima sarà del tipo:

con
; in notazione matriciale,
.
Vediamo dunque quali sono le proprietà che deve soddisfare
affinché questa sia una trasformazione di Lorentz. Poiché
, nei conti trascureremo tutti i termini non lineari in
. Dunque, partendo dalla condizione di appartenenza al gruppo di Lorentz:

Se dunque definiamo
, questa condizione è equivalente all'antisimmetria di
:
.
Dunque, affinché una matrice
rappresenti una trasformazione infinitesima è necessario che

sia antisimmetrica.
Sfruttando questo fatto possiamo dedurre la dimensione dello spazio delle matrici di Lorentz. Essa infatti è uguale alla dimensione dello spazio delle matrici antisimmetriche
, che è 6. Di questi 6 parametri liberi, 3 corrispondono alle rotazioni tridimensionali e gli altri 3 ai boost lungo i tre assi. Il legame fra queste e
è:
- rotazioni
- in questo caso
ha entrambi gli indici spaziali,
e
, ove
ha il significato di angolo di rotazione attorno all'asse 
- boost
- in questo caso gli indici di
sono uno temporale e uno spaziale,
, ove
è la velocità del boost lungo l'asse 
Ora, come possiamo ricavare le trasformazioni finite da quelle infinitesime?
Definendo:

allora vale la seguente
Proposizione
La matrice
così costruita è una matrice del gruppo di Lorentz, cioè vale:

Dimostrazione
Volendo, la si può fare "brutalmente"; noi la facciamo in modo un po' più originale.
Definiamo
, e
. Vogliamo dunque dimostrare che
.
Innanzitutto si ha:

Inoltre:

e poiché[1]:

allora:

ove l'ultimo passaggio è dovuto al fatto che
.
Si può verificare che, applicando questa procedura a casi particolari, ci si riconduce alle rotazioni e/o ai boost. Ad esempio, se
è tale che
e
se
, allora calcolando
e
si trova una rotazione di angolo
attorno all'asse 3; partendo da
, invece, si ricava un boost di velocità
lungo l'asse 1.
- ↑ La prima uguaglianza la si verifica direttamente con la definizione di esponenziale di una matrice, mentre la seconda vale perché
commuta con il proprio esponenziale, e anche questo lo si può verificare con la definizione stessa.