Il calcolo delle primitive di una funzione è l'operazione inversa della derivazione di una funzione.
Il teorema fondamentale del calcolo integrale esprime la relazione che esiste tra primitive e integrali.
Definizione 11.1
Sia
, allora
si dice una primitiva di
se
per ogni
(quindi
dev'essere derivabile in tutto
).
Esempio 11.1
Ad esempio,
- Una primitiva di
è
.
- Una primitiva di
su
è 
- Una primitiva di
è
.
Alcune primitive si possono ricavare leggendo al contrario la tabella di derivazione.
Può avvenire che una funzione non ammetta primitiva. Infatti se una funzione
ammette primitiva,
è a sua volta una funzione derivata, quindi deve avere le proprietà delle funzioni derivate.
Ad esempio, se una funzione ha punti di discontinuità di prima specie o eliminabile, essa non può ammettere primitiva, perchè una funzione derivata può avere solo punti di discontinuità di seconda specie.
Considero ad esempio la funzione:
![{\displaystyle f(x)={\begin{cases}-1&{\hbox{per }}x\in [-1,0)\\1&{\hbox{per }}x\in [0,1]\end{cases}}}](//restbase.wikitolearn.org/it.wikitolearn.org/v1/media/math/render/svg/94deebd1faa323fe1b015a522bc2867ffb8447d6)
che ha una discontinuità di prima specie in

e non ammette primitiva in
![[-1,1]](//restbase.wikitolearn.org/it.wikitolearn.org/v1/media/math/render/svg/51e3b7f14a6f70e614728c583409a0b9a8b9de01)
.
Dimostreremo che una funzione continua ammette sempre primitive, quindi le funzioni elementari hanno sempre primitive e anche le funzioni composte di funzioni elementari hanno primitive negli intervalli in cui sono definite.
Esempio 11.2
- La funzione
ammette come primitiva
.
- La funzione
non ammette primitive perchè c'è una discontinuità di prima specie nel punto
, infatti
.
- La funzione che vale 0 per
irrazionali e 1 per
razionali non ha primitive in alcun intervallo
.
Una complicazione nel calcolo delle primitive deriva dal fatto che, data una funzione derivata, bisogna risalire alla primitiva e ricostruire le semplificazioni fatte per ottenere questa funzione.
Tutte le funzioni elementari ammettono primitive, ma, per alcune di queste funzioni, tra cui

e

, si può dimostrare che le primitive non si possono esprimere mediante funzioni elementari e questa è una complicazione non da poco.
Teorema 11.1
Sia
, sia
un intervallo e sia
una primitiva di
in
. Allora
è un'altra primitiva di
in
se e solo se
, ove
è una costante.
(In forma sintetica, se a una primitiva di una funzione in un intervallo si aggiunge una costante arbitraria, al variare della costante si trovano tutte le primitive della funzione in quell'intervallo)
Dimostrazione
Questo teorema deriva dal teorema di Lagrange, cioè dalla caratterizzazione delle costanti.
Si dimostra facilmente che se
è una primitiva di
, le funzioni della forma
sono primitive di
. Bisogna dimostrare che le funzioni della forma
sono tutte e sole le primitive di
.
,
sono due primitive della stessa funzione.
Considero la funzione
. E' una funzione derivabile e la sua derivata è

Se una funzione ha la derivata identicamente uguale a 0 su un intervallo, allora è una costante. Allora

Quindi

e se chiamo

ottengo la tesi.
Ad ogni regola di derivazione corrisponde una regola per trovare le primitive.
Il simbolo per indicare tutte le primitive di
in un intervallo è
, che è detto integrale indefinito di
.
Regola 1: Sappiamo che la derivata di una combinazione lineare è la combinazione lineare delle derivate.
Di conseguenza, se

ammettono primitive, anche

ammette primitiva e la sua primitiva è

.
Esempio 11.3

Regola 2:

Regola 3 (integrazione per parti):
Questa regola deriva dalla regola di derivazione del prodotto.
Siano
e
due funzioni definite in
a valori in
. Siano
(cioè appartenenti alla classe delle funzioni derivabili con derivata continua in
).
Allora
è derivabile e per la formula di derivazione del prodotto si ha:

Il secondo membro ammette primitiva, perchè è una somma di funzioni continue.
Quindi si ottiene

Siccome per la regola precedente

, allora vale la seguente formula:

Questa formula a volte rende più semplici i calcoli.
Esempio 11.4
Calcoliamo
.
Si può scegliere, a seconda della convenienza, per quale delle due funzioni si vuole trovare la derivata, per l'altra si calcola la primitiva.
In questo caso conviene derivare
e calcolare la primitiva di
. Quindi
,
,
.


Ripetendo questo procedimento

volte si possono calcolare le primitive di

.
Ad esempio, calcoliamo




![{\displaystyle x^{3}\cdot e^{x}-[e^{x}\cdot 3x^{2}-\int 6x\cdot e^{x}\,dx]=}](//restbase.wikitolearn.org/it.wikitolearn.org/v1/media/math/render/svg/b6ab26196b91e66e9d39c888ccdd8698c8bf4d4b)




Regola 4: Siano
un intervalli, e sia
continua.
Supponiamo di avere un'altra funzione
di classe
(cioè continua, derivabile e con derivata continua).
Allora posso considerare
per
e
per
.
Chiamo
una primitiva di
e
una primitiva di
. Allora il legame tra
e
è il seguente:

Infatti, la derivata di entrambi i membri è uguale a

.
In base a questo risultato, per trovare una primitiva di

basta conoscere una primitiva di

e poi calcolarla in

.
Viceversa, nell'ipotesi che

sia invertibile, conoscendo una primitiva di

posso trovare una primitiva di

: posso invertire la relazione con il cambio di variabile

, allora

, e

Esempio 11.5
Calcoliamo

Applicando il risultato precedente, pongo

, quindi
![{\displaystyle P\colon \mathbb {R} \to [0,1]}](//restbase.wikitolearn.org/it.wikitolearn.org/v1/media/math/render/svg/7c626e87ad808460bd9b07492e14b03ac67ab908)
è sicuramente derivabile.




Allora l'integrale da calcolare è uguale a:

risostituisco

con

nella primitiva trovata:

Teorema fondamentale dell'algebra per polinomi reali[modifica | modifica wikitesto]
Nel calcolo degli integrali di funzioni razionali fratte si applica il seguente fatto: ogni polinomio reale si può scrivere come il prodotto di polinomi di grado 1 e 2 irriducibili, ognuno elevato ad un certo esponente (molteplicità).
Il teorema fondamentale dell'algebra afferma che ogni polinomio complesso si può scrivere come

Sappiamo però che se un polinomio a coefficienti reali e ammette una radice complessa

, allora ammette anche il suo coniugato

come radice.




è un numero reale e anche

è reale, perché la parte immaginaria si elimina.
Quindi si può concludere che un polinomio a coefficienti reali di grado
si può scrivere come il prodotto di polinomi a coefficienti reali di primo e secondo grado elevati ad opportuni esponenti (la molteplicità).
Proviamo il fatto che se un polinomio ha una certa radice
, allora anche
sarà una radice:
Dimostrazione
Considero un polinomio a coefficienti reali della forma:

Se questo polinomio ammette una radice

, allora

facendo il coniugato di entrambi i membri si ottiene:

e quindi anche

è una radice.